Animali non convenzionali:
La Cavia

Originaria del Sud America, la cavia è anche conosciuta come “porcellino d’India”. Questo nome deriva dalla convinzione di Cristoforo Colombo di esser sbarcato nelle Indie.

Come ci si prende cura di una Cavia?

Curiosità

Le femmine possono portare avanti due gravidanze contemporaneamente (partorendo i piccoli a distanza di 15-20 giorni).
I maschi hanno gli anelli inguinali aperti: questo conferisce loro la capacità di far rientrare i testicoli nell’addome.
I cuccioli, per procurarsi i batteri intestinali benefici che di norma colonizzano il loro apparato digerente, mangiano le feci della madre per i primi giorni di vita.

Presentazione Generale

Originaria del Sud America, la cavia è anche conosciuta come “porcellino d’India”. Questo nome deriva dalla convinzione di Cristoforo Colombo di esser sbarcato nelle Indie, quando invece, avendo scoperto l’America, si imbatté in questi simpatici roditori che molto presto vennero esportati in Europa, dove furono subito ben accolti come animali da compagnia e sono tutt’oggi molto diffusi.

Caratteristiche

Ne esistono 3 razze diverse, distinte in base alla tipologia del pelo: l’Inglese possiede un pelo liscio e corto, la Peruviana (o d’Angora) ha invece un pelo liscio ma lungo e l’Abissina, caratterizzata da un tipico pelo ruvido disposto a rosette.
Il colore può variare ampiamente, possono essere monocolori, bicolori o addirittura tricolori.
Una delle caratteristiche che rende la cavia così simpatica è il corpo tozzo, dovuto ad un collo particolarmente corto, alle piccole zampe (peculiari, dotate di 4 dita anteriori e 3 posteriori) e all’assenza della coda. Il peso medio di un maschio si aggira intorno al chilo ed è generalmente maggiore della femmina. Il dimorfismo sessuale è difficilmente apprezzabile, è utile guardare i genitali esterni ma bisogna fare attenzione perché potrebbero sembrare uguali ad una prima occhiata;
applicando una leggera pressione sulla zona pelvica del maschio si vedrà uscire il pene, ai lati del quale sono visibili due rigonfiamenti, i testicoli. Una semplice fessura a forma di “Y” identifica invece la femmina.
La vita media va dai 5 agli 8 anni.

Habitat Casalingo

Iniziando con alcuni consigli di base, è da evidenziare l’importanza della posizione e delle dimensioni della gabbia. E’ fondamentale tenerla in un luogo privo di correnti d’aria ma allo stesso tempo deve essere sufficientemente aperta da garantirne il ricircolo (le pareti devono avere barre in metallo, sconsigliato il plexiglass poiché tende a creare un “effetto serra”); deve essere posizionata in un posto tranquillo, non esposto a rumori improvvisi e, soprattutto, a temperatura controllata: sono animali che soffrono molto le temperature estreme, in particolare quelle alte, avendo un corpo molto compatto e scarse ghiandole sudoripare. Le dimensioni minime per un singolo individuo sono di 80x40cm, tuttavia sarà necessario fare uscire la cavia per favorire l’attività fisica ed evitare eventuali problematiche di sovrappeso o, in alternativa, inserire giochi come ruote, cilindri e tubi. Come prima ricordato, la zampe sono piccole in proporzione alla massa corporea, il fondo della gabbia deve quindi essere il più solido possibile per evitarne lesioni; vanno bene lettiere specifiche per roditori (in pellet di tutolo di mais o carta riciclata), evitando però quelle in segatura che possono contenere scaglie di legno pericolose e favorire la formazione di muffe. Può essere aggiunta della lettiera in fieno a condizione che non sia troppo polverosa.
Indispensabile accessorio è la casetta: sono animali molto timidi ed è fondamentale fornire dei possibili nascondigli; questo eviterà lo stress e gli permetterà di avere un rifugio dove andare a dormire di notte. Un consiglio è quello di utilizzare recipienti per il mangime non troppo larghi e leggeri, perché le cavie hanno la tendenza a rovesciarli, entrare e defecarci dentro; le rastrelliere sono la scelta più comoda. Gli abbeveratoi migliori, per garantire un’acqua sempre pulita, sono quelli a goccia.
Ultimo, ma non meno importante, è il fattore solitudine: le cavie in natura sono animali gregari, vivono in gruppi e hanno un fisiologico bisogno di compagnia anche in cattività; se non è possibile dedicarvi molto tempo e attenzioni sarebbe da valutare l’adozione di un compagno della stessa specie. Più femmine possono convivere tra loro senza problemi e lo stesso vale per i maschi sterilizzati.

Alimentazione

La dieta deve essere possibilmente priva di variazioni: essendo animali molto abitudinari anche nel cibo, possono addirittura rifiutarlo se non conosciuto in precedenza. La cavia è un erbivoro stretto, si nutre esclusivamente di vegetali. Il fieno deve essere sempre a disposizione e integrato da pellet specifico per cavie, verdura e frutta fresca ben lavate. Data l’impossibilità di sintetizzare la vitamina C, caso unico fra i roditori, sono da privilegiare gli alimenti che ne sono ricchi: cavoli, verze, broccoli, peperoni, tarassaco, dente di leone, coste, radicchio, indivia, finocchio e tutti gli agrumi in genere.
Un’alimentazione equilibrata fornisce la quantità richiesta di vitamina C, ma se si rende necessaria un’integrazione si può somministrare un prodotto in gocce (direttamente in bocca o aggiunto in acqua o cibo). Le cavie hanno denti a crescita continua e può essere utile fornire materiali duri da rosicchiare, così da permettere il consumo di molari e premolari ed evitare ascessi e altre problematiche dentali.
Alimenti da evitare sono: miscele di semi (troppo grassi e carenti di fibre, specialmente di girasole), frutta secca, parti verdi di patate e pomodori (foglie comprese), avocado, cereali, carboidrati, dolciumi, cioccolata, prodotti contenenti latte (non tollerano il lattosio) e tutti gli snack commerciali per cavie (melasse, biscottini, barrette di cereali, bastoncini di semi ecc.).
Come i conigli, anche le cavie sono coprofagiche: questo significa che mangiano le loro feci (cecotropi) appena prodotte direttamente dall’ano, garantendosi l’approvvigionamento di vitamine, proteine e fibra.

Riproduzione

I maschi raggiungono la maturità sessuale intorno ai 3-4 mesi, le femmine sono più precoci e sono pronte già a 2 mesi. Tuttavia, queste dovrebbero accoppiarsi non prima dei 4 mesi d’età (non essendo ancora abbastanza robuste) e non dopo gli 8, quando le ossa del pube tendono a calcificare e diventare quindi meno mobili dando problemi al parto.
Le cavie si riproducono per tutto l’anno, potendo portare a termine fino a 5 nidiate annuali da 1 a 6 cuccioli. La gestazione dura 63-70 giorni e già due giorni dopo il parto la femmina è pronta per accoppiarsi nuovamente. Non è necessario separare la cavia gravida dagli altri compagni di gabbia, a meno che ci siano altre cucciolate i cui piccoli potrebbero consumare il latte e privarne i nuovi nati. A differenza di molti altri roditori, i maschi non disturbano i piccoli (e non devono essere per forza spostati dalla gabbia) e la femmina non costruisce il nido, ma sfrutta la casetta che ha sempre avuto a disposizione. La futura madre non richiede particolari attenzioni se non cibo in abbondanza, soprattutto verdure e frutta fresca per l’aumentato fabbisogno di vitamina C; è importante non sottoporla a nessun tipo di stress. Il parto è molto veloce, circa 30 minuti, e i nuovi nati sono molto precoci: nascono coperti di pelo, con gli occhi aperti e perfettamente in grado di camminare; iniziano a mangiare cibo solido entro pochi giorni. A circa 12 giorni sono già autonomi ma è preferibile lasciarli con la madre fino a 21 giorni, per una ottimale assunzione del latte materno (anche se ha solo due mammelle, la cavia non ha difficoltà ad allevare un numero di piccoli maggiore, perché questi fanno a turno per succhiare il latte).

Necessità Sanitarie

Come in quasi tutte le specie, purtroppo, se non si desidera riprodurre i nostri cincillà, è estremamente consigliata la sterilizzazione della femmina che è comunque il sesso più a rischio per le patologie di origine genitale.
Il cincillà non richiede vaccinazioni routinarie, ma è importantissimo eseguire una visita almeno una volta all’anno.

Quando Preoccuparmi

Ci sono alcuni segni che, come proprietario, ci devono fare suonare un campanello d’allarme:

Rifiuto del cibo o difficoltà ad alimentarsi
Mento e gola imbrattati di saliva
Diarrea
Dimagramento
Apatia
Prurito intenso

In questo caso è consigliato contattare al più presto il vostro medico referente!

Perché adottarne uno

Sono animali molto sociali e dolcissimi, una volta vinta la timidezza iniziale si affezionano molto al proprietario. Amano farsi coccolare e ricambiano con tantissimo affetto. Sono animali poco aggressivi anche con i conspecifici e si riesce a far convivere in colonia molti soggetti dello stesso sesso (raro tra i roditori).
Non emanano odore sgradevole, sono animali molto puliti e loro stesse feci, essendo strettamente erbivori, non puzzano particolarmente.

Perche non adottarne uno

Sono animali molto timidi e tendono a spaventarsi per qualsiasi cosa, questo implica il fatto che non amino cambiamenti e novità nella loro routine, stressandosi molto facilmente.
Hanno bisogno di molte attenzioni e contatto fisico, non amano la solitudine e per questo motivo è sconsigliato tenerli da soli.

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